Le ferie sono sacre

Le ferie sono sacre

Primo agosto di qualche anno fa, inizio di un periodo di ferie programmato da tempo, da trascorrere al mare in Calabria con la famiglia.

Le fatiche del viaggio di circa 1200 chilometri, percorsi in auto da Novara con poche interruzioni, furono annullate quel mattino da un salutare bagno in mare. C’erano le premesse per una bella vacanza rilassante dopo tanto lavoro, ma a volte il destino gioca brutti scherzi coinvolgendo tante persone in maniera diretta ed indiretta, originando situazioni paradossali.

Munito di berretto e t-shirt tropicale, tornavo con passo lento verso la mia villetta, intento a fare una doccia in giardino prima del pranzo, non feci in tempo ad addentare la mela verde e rossa, che pendeva dall’albero sopra di me, che mia moglie, mi avvisò di una telefonata appena giunta dall’ufficio. Sorpreso e un po’ irritato, richiamai subito. Era la segretaria del direttore che mi riferiva perentorie istruzioni superiori. Dovevo prendere il primo aereo e tornare subito a Novara in quanto era accaduto un fatto molto grave. Quella mattina il responsabile di una delle nostre filiali non si era presentato al lavoro, era scomparso, causando notevoli difficoltà gestionali. In qualità di sovraintendente io dovevo collaborare con gli ispettori, che venivano apposta da Milano per far luce sull’accaduto.

Inferocito e sbigottito, cercai di telefonare alla segretaria del funzionario assente, ma invano. Era in ferie anche lei per una settimana e non aveva lasciato un recapito. Non mi restava che preparare un piccolo bagaglio e prenotare un volo per Milano per il mattino successivo.

Nei giorni seguenti il lavoro investigativo non portò al riscontro di irregolarità amministrative gravi, ammanchi di cassa o altro. Era tutto in ordine, ma il responsabile non si faceva vivo e nessuno aveva idea di cosa fosse accaduto. Solo mesi dopo si seppe di una crisi esistenziale che aveva portato il poveretto a cambiare vita e trasferirsi in Etiopia come volontario. L’azienda provvide in breve a nominare un sostituto temporaneo.

Il fatto increscioso e fuori dal comune ebbe dei risvolti imprevedibili.

Per quanto mi riguarda, a parte la spiacevole interruzione delle ferie, trassi vantaggio dal disguido, poichè in quella occasione ebbi modo di conoscere dei funzionari altolocati della mia azienda, i quali poco tempo dopo si ricordarono di me e mi offrirono un incarico direttivo di prestigio.

L’altro avvenimento fu che ad aprile dell’anno successivo, nove mesi dopo, la segretaria di quella filiale, partorì una bambina. La donna conviveva con un compagno. Parve tutto regolare e nessuno fece caso ad un neo sul sopracciglio destro della neonata che, guarda la combinazione(!), aveva anche il funzionario scomparso, proprio allo stesso posto. Rimase il dubbio di una fugace relazione clandestina tra i due. In questi casi qualcuno chiama in causa il destino, ma quasi sempre il destino lo costruiamo noi.

©Francesco Grano

18 giugno 2022