A caccia di Tarzan

A caccia di Tarzan

8 marzo, festa della donna, preannuncio della primavera. È l’occasione giusta per uscire dal guscio

dell’inverno, cambiare abbigliamento e lanciarsi in una serata diversa dalle solite, in compagnia di amici

vecchi e nuovi, alla ricerca di un po’ di sana libertà. La routine arrugginisce i pensieri e nell’inverno appena

trascorso, ancora dominato dalla pandemia del Covid, sono state ben poche le occasioni di evadere dal

solito andazzo ristretto della vita quotidiana.

Tiziana e Solaria, due giovani amiche che da poco hanno superato gli “anta”, si sono date appuntamento in

un locale della città per festeggiare la ricorrenza. Lì vi troveranno tante altre persone già conosciute, con cui

staranno gomito a gomito a sorseggiare qualche bicchiere di buon vino. La serata è organizzata e condotta

da un noto esperto enologo, ma il clou della serata sarà nelle ore finali.

La storia delle due amiche fu parallela sino ad una certa età, quando Tiziana decise di andare a convivere

con Alberto, un giovane professionista del luogo, dalla cui unione nacquero due bambine, oggi di cinque e

due anni. Solaria, invece, passava da una crisi sentimentale all’altra, sempre alla ricerca dell’anima gemella

che ostinatamente non si faceva trovare, cosicché soffriva continuamente a causa di una delusione dopo

l’altra con la speranza, sempre più labile, di imbattersi finalmente in un amore senza riserve. Già da tempo

aveva deciso di andare a vivere da sola, lontano dai genitori, per avere maggiore libertà di movimento, ma

non era cambiato niente.

Le aspettative delle due donne quella sera erano principalmente dirette a trascorrere una bella serata,

trasgredire un po' le regole, con la scusa dell’assaggio dei vini, e magari fare nuove conoscenze

divertendosi.

L’atmosfera nel locale andava pian piano a riscaldarsi. La degustazione dei vini veniva seguita da tutti con

molta attenzione, coinvolti nella individuazione delle caratteristiche organolettiche dei prodotti. Intanto il

pubblico femminile più giovane cominciava a rumoreggiare sotto la spinta dei primi fumi dell’alcool, che

faceva bene il suo effetto anche a piccole dosi. Risate allegre accompagnavano i vari brindisi, poi vocio alto

tra una portata e l’altra, mentre i barman impettiti nella loro divisa passavano veloci tra i tavoli pronti a

servire taglieri di formaggi e salumi.

Ma il clou doveva arrivare. Alla fine della degustazione un gruppetto tra le più giovani si mise ad invocare

ad alta voce: ”nudo, nudo!!” Avevano lo sguardo rivolto verso una parete in fondo alla sala dove, su una

larga panca, un uomo vestito con giubbetto e calzoni di pelle neri, cappello di pelle con borchie di metallo,

braccialetti metallici ai polsi, occhiali scuri a specchio, guardava divertito verso il pubblico. All’improvviso il

tizio, un attore del posto, sbottonò e lanciò in un angolo il giubbino, lasciando vedere un torso nudo roseo.

In realtà era ricoperto da una maglietta dipinta di color carne che dava l’impressione di mostrare un torace

muscoloso, tipo Tarzan. Il tripudio fra le ragazze fu forte, attratte dalla curiosità di ammirare un torso

maschile vigoroso, così come fu spontaneo alzare i cellulari per scattare foto, tra gemiti di delirio.

La serata andò avanti sino a tardi tra battute ammiccanti, risate, foto ricordo e qualche altro bicchiere di

vino.

Era l’una di notte quando Tiziana e Solaria decisero di lasciare la comitiva e tornare a casa. Erano entrambe

alticce, odoravano di vino, allegre e con un po’ di nebbia nel cervello.

Tiziana trascorse una notte tranquilla, stanca, accanto al marito già addormentato che non si accorse del

suo rientro. Prese sonno subito. Solo il giorno dopo raccontò ad Alberto come aveva trascorso la serata e

quella sera, messe a dormire le bambine, non guardarono la tv. Lei aveva voglia di vedere e toccare il suo

Tarzan, perciò, eccitata dal ricordo, si abbandonò perdendosi tra le braccia del compagno.

Solaria invece ebbe una notte agitata. Il finale di serata l’aveva suggestionata. Accese la tv per scovare

qualche film, trovò solo pessimi programmi e siti promozionali di dubbio gusto. Lasciò perdere. Provò a

dormire ma il cervello continuava a lavorare e a mandare messaggi sensuali. Le mani non stavano ferme.

Decise che l’indomani si sarebbe buttata tra le braccia del primo Tarzan che avrebbe incontrato, intanto

afferrò l’orsacchiotto di peluche che teneva sempre sul letto e se lo strinse forte al petto.

Uscita di casa al mattino presto, notò all’ingresso del palazzo un bell’uomo che stava seduto in una grossa

auto ad aspettarla. La invitò offrendole un mazzo di rose, lei salì in macchina e via, si ritrovarono ben presto

in una magnifica villa sul lago in una camera piena di specchi e tante luci, mentre il sole lentamente saliva

illuminando ogni particolare nella stanza. Spensero tutte le lampade, le tapparelle quasi interamente

abbassate, una lontana musica romantica in sottofondo, un valzer viennese, e poi il loro respiro. Finalmente

Solaria aveva trovato il suo Tarzan!

Ma durò poco: la vibrazione della sveglia la fece sobbalzare. Erano le sette e doveva andare a lavorare.

Uffa! Era stato bello sognare, ma chissà? A volte i sogni si realizzano, basta crederci!

Francesco Grano © 2023