L'urial (il ruscello)

Monte Rosa

L'urial (il ruscello) 

In occasione della “Giornata internazionale della montagna” pubblico questa mia breve poesia in memoria delle persone scomparse sui monti, mai tornate e rimaste lassù tra i ghiacciai. Pur essendo molto legato al mare, per essere nato in una città costiera, nutro profondo rispetto per la montagna, la considero una dea austera, solenne, silenziosa, capace di suscitare forti sentimenti di ammirazione. Resto affascinato dal rumore di un ruscello, dolce melodia che rilassa e incanta, dallo scroscio dell’acqua che si fa strada tra pietre, foglie, rami, mentre invita a fermarsi ad ascoltare. Rimango abbagliato dalla policromia autunnale sulle pendici, così come mi impietosisce la sorte di chi attende invano colui che si è avventurato in quei boschi per lavoro, per dovere, per svago, e non è più tornato.



L'urial (il ruscello)

Una sinfonia costante cattura il passante sul piccolo ponte.

Il gorgoglìo armonioso dell’acqua si spande incessante,

tra cinguettii e aliti di vento del nord.

Scorre il ruscello, scende dal monte, e parla.

Voci lontane, voci antiche,

 voci di gente rimasta tra i ghiacci,

sussurrano messaggi fraterni a chi rimane.

Un saluto, un abbraccio, parole non dette,

una carezza dimenticata, l’ultimo bacio.

Francesco Grano

dicembre 2023